Mark Zuckerberg amministratore delegato di Facebook nel suo post di inizio anno di pochi giorni fa, ha comunicato ai “followers” i suoi buoni propositi per il nuovo anno.
L’inizio del discorso è soft ricordando gli esordi quando, scrive Zuckerberg: – “Ho iniziato queste sfide nel 2009. Quel primo anno l’economia era in una profonda recessione e Facebook non era ancora decollato. Dovevamo fare sul serio per assicurarci che Facebook avesse un modello di business sostenibile”.
Poi il discorso migra sui buoni propositi e sul combattere gli abusi e gli odi che minacciano l’intera comunità (virtuale e reale).
Però c’è un passaggio nel suo lungo discorso che merita una lettura più attenta:
Scrive ancora Zuckerberg: – “Ad esempio uno dei temi più importanti che interessano oggi la tecnologia è la questione della centralizzazione contro la decentralizzazione del controllo delle tecnologie. Molti di noi abbracciano la tecnologia perché credono che possa essere una forza decentralizzante, e dia più potere alle persone. (Le prime quattro parole della missione di Facebook sono sempre state “dare alle persone il potere”) Negli anni ’90 e 2000, la maggior parte delle persone credeva davvero che la tecnologia sarebbe stata una forza decentrata e quindi non soggetta al controllo di un’autorità centrale, come governi, o istituzioni sovranazionali, ma oggi molte persone hanno perso questa fiducia.”
E poi ancora:
“Con l’ascesa di un piccolo numero di grandi aziende tecnologiche e con i governi che utilizzano la tecnologia per controllare i loro cittadini, molti oggi credono che la tecnologia centralizzi il potere anziché decentralizzarlo“.
“Ci sono importanti contro-tendenze di questo fenomeno come la crittografia e la criptovaluta, che tolgono il potere dai sistemi centralizzati e lo rimettono nelle mani delle persone. Mi interessa approfondire e studiare gli aspetti positivi e negativi di queste tecnologie e il modo migliore di usarle nei nostri servizi”, conclude Zuckerberg.
Ora, leggendo tra le righe, la soluzione potrebbe essere il protocollo della “Blockchain” (ne parlerò presto in un prossimo post), per far sì che la gente torni a fidarsi della tecnologia, ma potrebbe invece essere una mossa di mercato, per fronteggiare i colossi asiatici come Alibaba e Wechat e usare una delle nuove criptovalute in circolazione (se non addirittura dotarsi di una propria), per facilitare il business all’interno della piattaforma e magari “gratificare” così con dei “token” i post e le interazioni dei cittadini più virtuosi; (un reddito di cittadinanza online come fa Steemit) e non sarebbe comunque la prima volta che il buon Mark prende in “prestito” idee altrui e le fa proprie come è accaduto con Snapchat.
Comunque andranno le cose possiamo solo supporre e attendere le prossime mosse, sempre che i poteri forti non ci mettano lo zampino e rovinino tutto come al solito.