3 esperti mondiali discutono sull’impatto del Coronavirus sulla digitalizzazione
Gli editor online hanno dichiarato che le notizie sul COVID-19 stanno iniziando a incidere sulle entrate pubblicitarie. In particolare, il New York Times ha presentato una ricerca in cui ha dichiarato (tramite Axios) che le spese pubblicitarie sarebbero diminuite di circa il 10% in questo trimestre.
La società ha attribuito il calo all’incertezza generale e all’ansia per il virus. Gli analisti però prevedono uno sviluppo importante nel settore pubblicitario di Facebook nel breve termine. A seguire, anche Google vedrà una ripresa dei propri introiti dalle attività pubblicitarie.
L’incertezza e la paura stanno avendo un impatto importante sul mondo reale e sull’economia “fisica”, con evidenti ripercussioni sull’ecosistema digitale. Ma cosa dicono gli esperti?
Ecco 3 valutazioni di personaggi autorevoli nel mondo della comunicazione online:
Amy Barone, Splash
Meglio puntare sui piccoli eventi
Anche prima dell’attuale rischio del Coronavirus, abbiamo notato che gli esperti di marketing hanno scelto di investire in eventi locali di piccola scala, piuttosto che su uno o due eventi annuali più grandi. Gli eventi locali sono più veloci da organizzare e più facili da replicare, incoraggiando connessioni personali più significative, attirando un gruppo più ampio di partecipanti, compresi quelli che non possono viaggiare. Nei giorni scorsi abbiamo visto molte più aziende passare rapidamente a questo approccio di fronte ai numerosi annullamenti di grandi eventi.
Amanda Martin, Goodway Group
Impatto a livello globale sul rapporto offerta-domanda
Il Coronavirus è l’elemento di maggiore impatto per le economie e la società a livello planetario. L’impatto sull’offerta è la prima cosa a cui ci stiamo preparando, oltre che il modo in cui influirà sulle vendite fisiche e gli investimenti pubblicitari. Un argomento di discussione che emerge, quando si parla con i clienti, è capire come sarà influenzato il loro settore. Abbiamo già visto come ha colpito la domanda alberghiera, oggi fortemente in calo se non quasi annullata, ma ha visto in alcuni casi un aumento della spesa pubblicitaria, per incentivare a viaggiare, anche se si tratta di pochi episodi.
Sean Buckley, SpotX
Settore turistico colpito maggiormente
Mentre è ancora troppo presto per capire l’impatto a lungo termine, vediamo come l’epidemia di Coronavirus ha avuto il maggiore impatto sul settore dei viaggi in maniera verticale: compagnie aeree e crociere stanno stanno iniziando a ridurre o rimandare gli investimenti in campagne pubblicitarie, dato il clima attuale. Come abbiamo già detto, le strutture alberghiere sono quelle che ne risentono maggiormente. Ma il settore dei viaggi non è solo turismo. Chi è costretto a viaggiare per lavoro, probabilmente continuerà a farlo, e il settore alberghiero non legato al turismo probabilmente ne risentirà meno.
La nostra considerazione: serve maggiore flessibilità produttiva
La crisi globale sta facendo emergere una considerazione importante: chi non riesce ad adattare il proprio flusso produttivo alle variabili sempre maggiori che incidono sul mercato e sulla comunicazione, rischia di essere lasciato indietro. Le realtà aziendali devono rendersi maggiormente flessibili, in grado di ricalcolare il proprio modello di business agli elementi di criticità, che non impattano più soltanto a livello locale ma su scala globale.
Gli investimenti e la schedulazione delle attività di marketing non posso più essere gestite sul lunghissimo termine. Bisogna lasciare spazio alla riconversione, alla scalabilità e alla dislocazione programmabile di risorse. Qualsiasi strategia di marketing deve essere costruita con un concetto di flessibilità. E le stesse agenzie di marketing, che supportano la comunicazione di piccole, medie e grandi imprese, devono lavorare sulla base del concetto di riconversione.