Post e Pubblicità… riusciamo a scoprire le differenze?

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Stefano

Per rispondere alla domanda del titolo… sembrerebbe proprio di no!

A quanto risulta da uno studio compiuto da “Italiani e Social Media” su un campione di 1500 persone tra i 15 e i 64 anni che utilizzano almeno un Social abitualmente il 33% degli intervistati non distingue i post sponsorizzati da quelli creati dai propri amici quando si trovano su Facebook; questo aspetto andrebbe valutato in maniera approfondita perchè il fatto che una persona su tre non distingua una pubblicità da un semplice messaggio privato non può essere attribuito solo a “leggerezza” o “superficialità” ma semmai ad un vero e proprio “artificio pubblicitario” che tanto piace agli investitori.

Il mondo del WEB, gode ancora di una sorta di “sindrome della conquista del west”, territori ancora inesplorati e soprattutto non legiferati lasciano ancora spazi disponibili per coloro i quali sperimentano nuove tipologie di “contatto” con il potenziale cliente; del resto i governanti stanno, solo da poco, iniziando ad occuparsi di Fake News e di furto di Dati Personali, è quindi lecito pensare che mettere dei “paletti” che permettano di rendere la pubblicità meno mimetizzata passi in secondo piano.

 

Naturalmente tutto ciò non riguarda solo Facebook, che comunque rimane (anche se in fase calante) ancora il più frequentato ma anche Instagram: popolarissimo tra i giovani (il 75% dei giovanissimi lo utilizza) e a seguire tutti gli altri Social; quello che però differenzia la creatura di Zuckherberg da tutte le altre è il fatto che FB è diventato un “luogo” uno spazio in cui passare del tempo, da soli o in compagnia… è difficile andarsene, come quando da ragazzini si era costretti a salutare tutti e tornare a casa. Non si deve per forza interagire, il 42% degli utenti si limita ad osservare i profili e le discussioni degli altri amici.

Per quanto riguarda infine la percezione che gli utenti hanno della pubblicità, c’è una grande differenza tra le piattaforme: il 26% degli utenti di Facebook pensa che le sue pubblicità siano utili, percentuale che sale al 33% per Instagram e nel complesso vengono considerati con indifferenza dalla maggior parte degli altri ma se guardiamo in casa YouTube la situazione cambia radicalmente: qui il 75% dei fruitori considera fastidiosi gli inserti pubblicitari.

 

Sembra evidente e scontato il fatto che questa sia la direzione in cui si sta andando e che mettere “paletti” ed aggiornare leggi e regolamenti sarà sempre più complicato, soprattutto se a occuparsene sarà sempre qualcuno indietro di una generazione.

 

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